Corte d’Appello di Milano – contratti bancari – Conto corrente – prova affidamento – natura rimesse – utilizzo saldo rettificato – rimesse solutorie e ripristinatorie – anatocismo bancario – usura – perizia su conti correnti – analisi conti correnti – perizia giurimetrica – perizia econometrica
La Corte d’Appello di Milano, 05.01.2023, sentenza n. 15 si è espressa in tema di prova dell’affidamento e della verifica delle rimesse solutorie:
Il CTU ha desunto la natura affidata del conto dai seguenti elementi:
- l’addebito di commissione di massimo scoperto calcolato sul picco dell’utilizzato;
- il perdurante saldo negativo del conto per decenni senza che vi sia mai stata richiesta di rientro da parte dalla Banca;
- il sistematico pagamento di assegni con saldo conto in passivo;
- l’indicazione, nel riepilogo competenze trimestrali, di voci di spesa quali, letteralmente, “Liquidazione trimestrale conti affidati”.
Peraltro, le conclusioni del CTU non sono state oggetto di contestazione da parte del consulente della Banca che, al contrario, nell’ambito della corrispondenza intrattenuta con il CTU, ha riconosciuto l’esistenza di un fido di fatto.
(…) “In conclusione, posto che per tutte le ragioni di cui si è dato ampiamente conto il c/c oggetto di causa era certamente affidato e posto, altresì, che il CTU, facendo correttamente applicazione del criterio del saldo rettificato, ha escluso la presenza di rimesse di natura solutoria, non può che condividersi la sentenza impugnata nella parte in cui ha rigettato l’eccezione di prescrizione sollevata dalla Banca.
Ciò in quanto, secondo il noto dictum delle Sezioni Unite, i versamenti di natura ripristinatoria non costituiscono “pagamenti”, con la conseguenza che la prescrizione decennale dell’azione di ripetizione delle somme addebitate inizia a decorrere dalla chiusura del rapporto (…)”.